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Fra mito e leggenda: le Marocche di Dro e la città di Kas

by Isabelle Yrma Pace
Tempo di lettura 3 minuti
C’è una leggenda che narra di una popolazione annientata dalla frana che causò una della più interessanti testimonianze geologiche: le Marocche di Dro. Scopriamola insieme!

I miti e le leggende di un territorio sono spesso uno dei modi più affascinanti per raccontare la storia di luoghi e angoli particolari che, grazie proprio a questi racconti, acquisiscono mistero e bellezza.

Come le Marocche di Dro nel Garda Trentino.

Cosa sono? Come si sono create? Cosa celano?

Ai primi due interrogativi risponde la scienza o meglio la geologia.

Le Marocche sono il più grande sistema di frana di materiale lapideo d’Europa, chilometri e chilometri di pietre accatastate l’una sull’altra.

Un vero e proprio sistema perché non si sono create attraverso un crollo unico ma con almeno una decina di essi nel corso del tempo.

Ma rimane il terzo quesito da scoprire: cosa celano le Marocche di Dro? A questa domanda possiamo rispondere con il mito.

C’è infatti una curiosa leggenda che racconta della lasciva città di Kas, i cui abitanti vivevano nella lussuria e nel vizio fino a quando, a porre fine al loro stile di vita dissoluto, intervenne la frana che causò le Marocche. La leggenda narra che questo evento naturale fu la “punizione divina” per i loro eccessi.

A rafforzare il racconto favoloso, vi fu un avvenimento del 1922: durante uno scavo per ampliare la condotta della Centrale Idroelettrica di Fies, gli operai trovarono un pezzo di tegola a quaranta metri di profondità. Questo prova che effettivamente nella zona erano presenti degli insediamenti databili in epoca romana e che l’ultimo crollo dev’essere avvenuto in tempi piuttosto recenti.

La mostra dell’artista Franco Pivetti

Fra mito e leggenda: le Marocche di Dro e la città di Kas Cultura Garda Stories
@Franco Pivetti

Franco Pivetti, modenese di nascita ma gardesano d’adozione, è un artista a tutto tondo il quale, ha dato vita a un progetto artistico di pregio fondato proprio sulla leggenda della città di Kas.

Pivetti d’altronde è un poliedrico artista. Nel 1984 gli viene affidato l’incarico di coordinatore responsabile del Consorzio Casa degli Artisti “G.Vittone”, ente di iniziative culturali promosso dai comuni di Tenno, Riva del Garda, Arco e Nago-Torbole.

Fra gli avvenimenti più significativi che dalla sua mano prendono forma ci sono anche eventi molto amati come “Rustico Medioevo”.

Ma questo artista sensibile e fantasioso ha dato vita anche ad una mostra curiosa e affascinante: “il tesoro di Kas, storia di una mitica città sepolta, raccontata da un artista contemporaneo”.

Pivetti è partito dalla storia, dall’evidenza dei fatti, dai macigni delle Marocche. Nulla vieta di pensare che la gigantesca frana di 2000 anni fa abbia seppellito una città. Non necessariamente romana, non necessariamente retica.

Può darsi che gli antichi abitanti di Kas adorassero la Luna, centro di una religione primitiva (monoteista?) al vertice della quale si trovava una figura di sacerdotessa, identificabile anche con la regina della città, sempre adornata di splendidi gioielli che testimoniavano il suo rango. A Kas esisteva una società evoluta, probabilmente matriarcale.

Altro elemento misterioso e affascinante di Kas, connesso probabilmente con la religione della città, era un enorme rettile, simile ad un lucertolone che gli abitanti di Kas temevano tentando di placare la sua ira con preghiere, sacrifici e riti magici.

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@Franco Pivetti

Da queste informazioni, combinate alla fantasia che solo un artista curioso e multisfaccettato come Pivetti sa essere, è nata la sua rassegna in cui si sono ammirati argenti, disegni, pietre incise, graffiti su sabbia, sculture e ceramiche raku dello stesso Pivetti che hanno raccontato come potevano vivere, nel caso la leggenda fosse vera, gli abitanti di questa città che mescola storia e mito. È un viaggio fantastico e fantasioso, originale e leggendario nella storia attraverso uno degli angoli più suggestivi del Trentino, le Marocche tra Dro e Drena che potrete ammirare in tutta la loro dirompente bellezza in mountain bike oppure in una bella escursione trekking.

Quest’area naturale protetta del Garda Trentino fa sentire davvero “sulla luna” qualsiasi visitatore e fra orme di dinosauri (le impronte, scoperte nel 2000 sono state lasciate attorno ai 190 milioni di anni fa da dinosauri diversi, almeno un grosso erbivoro di 6-7 metri di lunghezza e un carnivoro)e il contrasto netto “bianche rocce e verdi montagne”, sembrerà davvero, chiudendo gli occhi, di rivivere la leggenda della città di Kas.

A passeggio sulla “luna”: escursione nella Riserva Naturale delle Marocche

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