Home Autunno Il Castello di Arco: una passeggiata fra ulivi secolari e profumo di mediterraneo

Il Castello di Arco: una passeggiata fra ulivi secolari e profumo di mediterraneo

by Isabelle Yrma Pace
Tempo di lettura 3 minuti
Il Castello di Arco, un simbolo della storia e della cultura del Garda Trentino, domina la scena con la sua torre merlata e tutto il fascino del passato

Il Castello di Arco ti colpisce. Ti seduce. La sua eleganza, la sua imponenza, la sua maestosità. Il Garda Trentino è terra di castelli e fortezze e tra questi spicca proprio lui, il Castello di Arco.

Vera e propria icona di Arco e di tutta la “busa” (“buca” in dialetto, così viene definita l’area del Garda Trentino), il castello è risalente al XII secolo.

LA STORIA

Già nel 1196 Federico dArco dichiarò che il castello era bene allodiale (ovvero un’area in piena proprietà e non “concessa” dietro giuramento come si soleva fare in epoca feudale) posseduta degli abitanti della Pieve di Arco.

Di lì in avanti quest’ultimo sarebbe diventato poi fulcro e simbolo di Arco affascinando nel corso dei secoli scrittori e pittori (celebri sono gli acquerelli del Dürer in uno dei quali ritroviamo proprio il castello di Arco) che lo hanno raccontato attraverso penne e pennelli facendolo diventare emblema arcense.

E se attualmente troviamo solo resti del passato glorioso che fu, una volta il castello era un vero e proprio piccolo villaggio all’interno del quale aveva posto non solo la famiglia regnante (i conti d’Arco sin dall’anno Mille) ma anche la cerchia parentale così come botteghe, laboratori e tutto quanto servisse alla “vita di corte”. Dal Settecento invece inizia il declino che si conclude con il bombardamento da parte dell’esercito francese a capo del generale Vendôme.

Il Castello di Arco: una passeggiata fra ulivi secolari e profumo di mediterraneo Autunno Cultura Estate Inverno Primavera

LA PASSEGGIATA FRA GLI ULIVI SECOLARI

Nel 1982 il castello è diventato proprietà del comune e da lì molte le attività che lo hanno reso più vivo che mai. Concerti, spettacoli, eventi. Ogni manifestazione che si svolge in cima al castello acquisisce un gusto particolare perché per giungervi la passeggiata stessa che bisogna fare vi farà vivere un’emozione. Dal centro storico si inizia il percorso tra macchia mediterranea, ulivi secolari, piante grasse e cipressi. Il profumo inebriante di natura nel suo pieno rigoglio in primavera, vi trasmetterà forti emozioni. Una volta giunti sulla sommità si apre ai nostri occhi lo scenario di un verde prato (il prato della Lizza) e tutta la città dall’alto fino al Lago di Garda e i monti attorno cui spicca il monte Brione.

IL CASTELLO E LE SUE PARTI

Una volta giunti all’interno del castello (la passeggiata dura circa mezz’ora) scoprirete la Torre Grande (straordinariamente ben conservata nonostante mancante di un’intera parte), la Sala dei Giochi, dove scoprirete affreschi medievali in stile gotico, e dopo ancora un piccolo sforzo in salita, si giunge alla Torre Renghera, il punto più alto del Castello da cui la campana, la Renga, suonava per lanciare lallarme o chiamare a raccolta. Infine la prigione del sasso, dove i prigionieri venivano rinchiusi in uno stretto ed angusto spazio.

Potete visitare il castello in questi mesi ovvero da aprile a settembre dalle ore 10 alle 19, nei mesi di ottobre e marzo dalle ore 10 alle ore 17 mentre da novembre a febbraio dalle 10 alle 16 (escluso il mese di gennaio, dopo l’Epifania, durante il quale il Castello è aperto solo il weekend nei giorni di sabato e domenica). Per tutte le info pratiche cliccate qui.

Che siate appassionati di storia o trekking, una visita al castello di Arco val davvero lo sforzo (minimo, non essendo una passeggiata impegnativa). Il consiglio è comunque di dotarsi di scarpe e abbigliamento comodo, cappellino in estate e acqua per rifocillarsi (nonostante vi sia un punto di ristoro accanto al prato della Lizza) ma soprattutto di dotarsi di un unico, imprescindibile fattore: un cuore aperto.

Un cuore pronto ad accogliere la bellezza che è intorno a noi, la testimonianza di un passato che non deve esser dimenticato e la certezza che, se tutelato, amato, riscoperto e apprezzato, esso non smetterà mai di sorprenderci e farci vivere un’infinita emozione.

Articoli correlati

Lascia un commento

Partner